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Tra Iran e Pakistan c’è di mezzo Jaish al Adl

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  • Categoria dell'articolo:Geopolitica
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Iran e Pakistan si sono lanciati attacchi militari reciproci e tra i due Paesi sembra essere scoppiata una crisi diplomatica. Prima l’Iran ha attaccato con droni e missili una regione di confine nel Pakistan orientale, dopodiché quest’ultimo ha richiamato il proprio ambasciatore, dichiarato l’ambasciatore iraniano “persona non gradita” e minacciato una risposta di ritorsione all’azione iraniana. Il giorno seguente il Pakistan ha messo in atto una rappresaglia nella regione di confine con l’Iran, il Sistan Bluchistan. Ma, chi hanno bombardato Iran e Pakistan? La risposta potrebbe fornire un quadro più complesso di quello che si percepisce dalle dichiarazioni diplomatiche pubbliche dei due Paesi.

Giovedì 18 gennaio, il Pakistan ha svolto un attacco di rappresaglia nei confronti dell’Iran dopo che quest’ultimo ha attaccato il Pakistan, tra il 16 e il 17 gennaio, colpendo obiettivi dell’organizzazione separatista salafita sunnita e anti-iraniana, Jaish al Adl, i cui membri vivono sparsi tra la provincia iraniana del Sistan Baluchistan, la regione orientale del Pakistan e la zona sud dell’Afghanistan. A seguito dell’attacco iraniano, il Pakistan si era lamentato della violazione del della propria sovranità e aveva richiamato il proprio ambasciatore in Iran e dichiarato “persona non gradita” l’omologo iraniano. Inoltre, il Pakistan aveva annunciato la seria possibilità di legittime misure di ritorsione. Così, ieri mattina, missili e droni pakistani hanno attaccato l’Iran. La rappresaglia pakistana in territorio iraniano è avvenuta proprio nella provincia iraniana del Sistan Baluchistan, al confine con il Pakistan, dove insiste parte dell’organizzazione islamico salafita sunnita Jaish al Adl.

Sebbene i media internazionali abbiano parlato del coinvolgimento di civili negli attacchi, entrambi gli Stati rivendicano di aver ucciso terroristi che non sono cittadini dello Stato in cui sono stati colpiti. Dunque, ricapitolando, al di là delle affermazioni e dei proclami diplomatici, sia l’Iran che il Pakistan hanno colpito il territorio sovrano dell’altro prendendo però di mira lo stesso gruppo di persone, legate all’organizzazione Jaish al Adl, del popolo Balochi, o Beluci. Il gruppo separatista opera su entrambi i lati del confine tra Iran e Pakistan, oltre che in Afghanistan, come precedentemente detto, e rivendica l’indipendenza di uno Stato che comprenderebbe territori che sono parte dei tre Paesi appena menzionati. Chi è Jaish al Adl?

Jaish al Adl è stata fondata nel 2012 da membri di Jundallah. Quest’ultima, nota anche come Movimento di Resistenza Popolare dell’Iran, nata nel 2003, è stata un’organizzazione militante salafita sunnita con sede nel Sistan Baluchistan, e con un gruppo beluci attivo nel Baluchistan pakistano come parte della stessa insurrezione per uno Stato indipendente composto dalla provincia iraniana del Sistan Baluchistan così come dal Baluchistan pakistano e da una zona del sud dell’Afghanistan. Nel 2012 la rifondazione in Jaish al Adl a seguito dell’uccisione dei leader dell’organizzazione.

Jundallah era stata ufficialmente designata come organizzazione terroristica dall’Iran, dal Giappone, dalla Nuova Zelanda[e dagli Stati Uniti, così come poi Jaish al Adl. Nonostante gli USA riconoscano l’organizzazione come “terroristica”, i media statali iraniani affermano che gli Stati Uniti, insieme all’Arabia Saudita, sono i principali sostenitori del gruppo. Nonostante il gruppo salafita sunnita rivendichi una fetta importante del territorio pakistano, anche il Pakistan stesso è stato accusato in passato di sostenere l’organizzazione in funzione anti-iraniana.

Le cose certe sono due: Iran e Pakistan (stretto alleato dell’Arabia Saudita) hanno un trascorso fatto di decenni di tensioni; sia Iran che Pakistan non possono sopportare la presenza di organizzazioni separatiste e indipendentiste sul proprio territorio (per quanto il Pakistan possa in passato averle utilizzate nelle diatribe con l’Iran). Per quanto concerne i tempi odierni e l’attualità, le altre cose che sappiamo sono: Iran e Arabia Saudita, con l’intervento della Cina, hanno ristabilito reciproci rapporti, quindi anche con il Pakistan le cose si sono messe abbastanza bene; in aggiunta a questo, e a conferma di ciò, in questi stessi giorni Iran e Pakistan stanno conducendo un esercitazione navale congiunta nello stretto di Hormuz, con una flottiglia pakistana già arrivata da qualche giorno nel porto iraniano di Bandar Abbas.

Per concludere, in sostanza, appare strano che in un momento in cui i due Paesi hanno buoni rapporti come non ne avevano da un po’ di tempo si rischi, non solo di rompere i rapporti diplomatici, ma di innescare una escalation militare dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche, con il conflitto in Palestina che si allarga al resto del Medio Oriente, e con il Pakistan che, va ricordato, è una potenza atomica. Se come nella vita di tutti i giorni, la realtà non sempre è come ci appare, questo è ancor più vero nelle relazioni internazionali, le quali sono totalmente radicate ai principi della realpolitik, la politica reale, la politica concreta, a quel pragmatismo politico che che rifugge l’ideologia, la morale, l’etica e qualunque altro principio astratto. E così, tra i due litiganti, Iran e Pakistan, il terzo, Jaish al Adl, non gode per niente.