Pubblicato su L’Indipendente il 9/8/2022
La commistione pubblico-privato è oggi molto evidente e il sistema delle porte girevoli è pressoché presente in ogni settore, specie in quelli di interesse strategico. Il presente intreccio tra Stato e aziende private, soprattutto multinazionali, risponde a traiettorie avviate nei decenni passati, ponendo seri interrogativi e profonde riflessioni sul sistema politico-sociale, con le sue strutture e sovrastrutture, cui siamo costretti a vivere. Il settore tecnologico è uno di quei settori strategici in cui le porte girevoli non smettono mai di girare, fin dai suoi stessi primordi. La commistione tra settore pubblico e privato nel campo tecnologico, in particolare quello informatico e digitale della così detta network economy, è un legame profondo che lega gli interessi di controllo dello Stato con quelli di tipo economico del campo privato. Finanziamenti pubblici mirati verso determinate aziende permettono a queste ultime di divenire importanti colossi della rete economica capitalista mentre lo Stato imprime un certo orientamento nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie di controllo da immettere nel mercato sotto forma di differenti prodotti commerciali. Molte aziende della Silicon Valley, Google su tutte, hanno stretti legami con gli apparati di sicurezza del governo degli Stati Uniti d’America, e le sue agenzie, in un turbinio di finanziamenti e personale qualificato che rendono il settore tecnologico-informatico una rete complessa fortemente interconnessa di pubblico-privato. D’altronde la stessa storia di un’altra rete, ovvero Internet, ci racconta le profonde connessioni che collegano i vari nodi della rete politica, sociale ed economica del mondo digitale e delle sue strutture.
L’origine di Internet
Come spiegato da Albert-László Barabási, nel suo libro Link. La scienza delle reti (Einaudi, 2004), nel 1959, RAND Corporation, centro di ricerca e studi (oggi diremmo think tank) fondato nel 1946, con sede in California, con l’intento di fornire competenze necessarie per la corsa agli armamenti nucleari, oltre che per fornire scenari possibili di sviluppo del conflitto mondiale, fu incaricato di sviluppare un sistema di comunicazione in grado di sopravvivere ad un attacco nucleare. Paul Baran descrisse in maniera dettagliata le vulnerabilità della struttura del sistema di comunicazione esistente all’epoca e ne sviluppo una migliore, vale a dire Internet. La debolezza dell’infrastruttura comunicativa esistente allora risiedeva nella topologia della rete di comunicazione stessa, dando un contributo importante nello sviluppo della scienza delle reti.
Dieci anni più tardi, sulla scorta degli studi condotti da Baran, l’agenzia governativa oggi denominata DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) diede vita ad ARPANET (Advanced Research Projects Agency NETwork). ARPANET era la rete di comunicazione militare sviluppata appositamente per le agenzie di sicurezza e della difesa del governo statunitense, grazie anche all’apporto delle migliori università del Paese. Negli anni Ottanta, grazie anche all’avvento dei personal computer, ARPANET si espanse coinvolgendo, oltre gli utenti militari e istituzionali, anche i membri della comunità scientifica delle accademie e delle università. Nel 1983, per motivi di sicurezza e segretezza, l’agenzia governativa della Difesa statunitense si staccò da ARPANET creando un ulteriore rete, MILNET, collegata alla precedente da pochi server gateway ben monitorati. Durante il decennio, MILNET incrementò la propria portata divenendo il Defense Data Network, un sistema a livello globale di reti a differente livello di sicurezza. ARPANET, che nel frattempo era stata rinominata Internet, a seguito della creazione del World Wide Web (WWW) da parte di Tim Berners-Lee nel 1989, ebbe il suo boom negli anni Novanta con i primi tentativi di commercializzazione e utilizzo a livello pubblico. Oggi Internet è una rete complessa, un mondo in continua evoluzione composto da “continenti” che viene costantemente mappato, tanto da enti di ricerca civili quanto da quelli militari.
DARPA, infatti, ha elargito milioni di dollari in sovvenzioni presso gruppi di ricercatori ed enti di ricerca che di dedicassero alla mappatura di Internet. Tra i più noti di questi progetti di mappatura vi è stato il CAIDA (Cooperative Association for Internet Data Analysis), una collaborazione creata per riuscire ad avere una tomografia di Internet. Uno dei motivi per cui molti sono interessati alle caratteristiche della rete, dal traffico alla topologia, è che ciò serve per progettare nuovi strumenti e servizi.
Stato profondo e Silicon Valley
Sebbene negli anni Ottanta i militari e i servizi di sicurezza si siano staccati da Internet (allora ARPANET) – pur mantenendo, come abbiamo detto, di alcuni collegamenti ben sorvegliati – negli anni Novanta hanno iniziato ad operare nella rete Internet per tramite di molte aziende private che hanno ricevuto milioni di dollari di sovvenzioni pubbliche per ricerche che sarebbero tornate utili all’apparato militare. Al contempo, è stato attivato il così detto sistema delle porte girevoli, di cui parleremo più avanti, che ha permesso di rinsaldare ulteriormente i legami tra pubblico e privato nel settore tecnologico-informatico. Secondo un vecchio detto, potremmo dire che la CIA, la NSA, la DARPA e altre agenzie governative, uscirono dalla porta e rientrarono dalla finestra. A partire dagli anni Novanta, la comunità di intelligence statunitense ha lavorato a stretto contatto con la Silicon Valley nel tentativo di rintracciare i cittadini nel cyberspazio.
Lo Stato profondo ha quindi finanziato e coordinato gruppi di ricerca con i migliori scienziati del Paese con lo scopo di prendere informazioni non classificate e dati degli utenti, combinarli tra loro, elaborarli e studiarli per poi creare imprese commerciali a scopo di lucro per soddisfare le esigenze della comunità dell’intelligence e del nuovo settore economico industriale. La comunità dei supercomputer stava iniziando in quegli anni a migrare dalle strutture universitarie al settore privato, guidata dagli investimenti provenienti da ciò che avrebbe preso il nome di Silicon Valley. La comunità dell’intelligence ha voluto plasmare gli sforzi della Silicon Valley in modo che fossero utili per scopi di sicurezza nazionale. Da questo stretto contatto ha preso forma ciò che oggi chiamiamo “stato di sorveglianza di massa”.
Così, dopo i primi programma inter-agenzia sopradetti, che hanno permesso a Google di sviluppare il proprio motore di ricerca e di nascere come azienda privata, la CIA, nel 1999, creò la propria società di venture capital senza scopo di lucro, IN-Q-Tel, la quale elargisce finanziamenti utili allo sviluppo di aziende nel settore tecnologico-informatico che permettano alla CIA e alle altre agenzie di avere gli strumenti e i servizi utili ai propri scopi militari e di sicurezza. Uno dei due fondatori della società controllata dalla CIA è stato Norm Augustine, ex CEO di Lockheed Martin, uno delle più importanti aziende private del settore militare statunitense e, dunque, del complesso militare-industriale del Paese.
Le origini di Google e il legame con agenzie di difesa e sicurezza
Google viene fondata nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin come motore di ricerca della rete Internet fino a diventare oggigiorno un colosso globale che fornisce anche strumenti e servizi digitali. L’invenzione e l’elaborazione di Page e Brin prende però piede a partire dal 1994, anno della creazione di Yahoo!, quando ricevono una sovvenzione da 4,5 milioni di dollari dalla Digital Library Initiative, un programma multi-agenzia della National Science Foundation (la quale fornisce oggi circa il 90% di tutti i finanziamenti federali per la ricerca informatica), della NASA e della DARPA. I due anno anche ottenuto ulteriori finanziamenti l’anno successivo, nel 1995, attraverso il programma denominato Massive Digital Data Systems Initiative, un progetto sponsorizzato dalla National Security Agency (NSA) e dalla CIA il cui scopo era quello di fornire accesso, aggregazione ed elaborazione senza soluzione di continuità di enormi quantità di dati, informazioni e conoscenze in un ambiente eterogeneo e in tempo reale, per uso del Pentagono e della comunità d’intelligence. In altre parole, un programma che permettesse di maneggiare ciò che oggi vengono chiamati i Big Data. Il programma è stato il precursore di un successivo gestito da parte di DARPA, Evidence Extraction and Link Detection (EELD), utile poi all’integrazione del sistema TIA, ovvero Total Information Awareness, il principale programma globale di intercettazione elettronica e data mining implementato dall’amministrazione Bush dopo l’11 settembre 2001.
Lo stretto legame tra Google e gli apparati di difesa e sicurezza degli Stati Uniti – e non solo – sono andati intensificandosi nel tempo in quello che costituisce il nuovo complesso militare-industriale, dove la componente digitale riveste un ruolo di prim’ordine. Giusto per fare un esempio molto recente, Sandbox AQ, uno spin-off del software di Google che si concentra sullo sfruttamento dell’intelligenza artificiale e della scienza quantistica, ha ricevuto il sostegno finanziario di IN-Q-Tel, la società di venture capital gestita dalla CIA che opera nella ricerca tecnologica. Fondata nel 2016, Sandbox AQ è stata scorporata da Alphabet di Google nel maggio scorso ed è presieduta da Eric Schmidt, ex CEO di Google dal 2001 al 2011 e già Presidente sia della National Security Commission on Artificial Intelligence che del Defense Innovation Advisory Board, organismi creati per aiutare la Silicon Valley ad assistere l’esercito americano con armi informatiche.
Nel 2005, In-Q-Tel, era uno dei principali azionisti di Google come risultato dell’acquisizione da parte di Google di Keyhole Inc., una società di sorveglianza sostenuta dalla CIA il cui software alla fine è diventato Google Earth. Nel 2007, Google stava vendendo le versioni potenziate di Google Earth al governo, il quale le utilizzava per il targeting in Iraq, così come i motori di ricerca segreti che le agenzie di spionaggio stavano usando per la sorveglianza, come sostenuto dal Washington Post. Come riportato dallo stesso giornale statunitense, a quel tempo Google stava collaborando con Lockheed Martin per produrre tecnologia futuristica per l’esercito.
Il sistema delle porte girevoli
Altra prova della stretta connessione tra le Big Tech della Silicon Valley e le agenzie governative della difesa e della sicurezza la si ottiene osservando la rete di dipendenti (analisti, tecnici specializzati, funzionari, manager etc.) che compone gli organigrammi delle due sponde dello stesso torrente, che solo apparentemente è diviso dal flusso di acqua di questa nostra società liquida. Solo recentemente, ovvero sul finire di luglio, l’Office of the National Cyber Director della Casa Bianca ha nominato Camille Stewart Gloster, dirigente di Google, come vice direttore informatico nazionale con un incarico focalizzato sui programmi della forza lavoro e sui problemi di sicurezza della catena di approvvigionamento.
Un’inchiesta di MintPress ha reso palese il comune letto delle due sponde del torrente pubblicando una lista dei nomi più noti e importanti che negli ultimi anni hanno varcato la porta girevole di quel sistema che lega pubblico e privato nel settore tecnologico-informatico. Elizabeth Murray, un’agente dell’intelligence in pensione che ha trascorso 27 anni presso la CIA e altre organizzazioni di intelligence, ha spiegato quale sia il guadagno ottenuto dalle Big Tech grazie all’utilizzo del sistema delle porte girevoli: «Catturando un dipendente della CIA, un’azienda può risparmiare una somma considerevole». Infatti, come detto da Murray, questi individui sono stati altamente addestrati e probabilmente hanno un nulla osta di sicurezza, ovvero, qualcosa che è eccezionalmente difficile da raggiungere nelle organizzazioni civili. Per quanto concerne invece l’interesse per la difesa e la sicurezza, Murray spiega: «Un ufficiale della CIA potrebbe passare diversi anni ad acquisire un insieme unico di competenze in un conglomerato di social media e poi tornare all’agenzia, confrontando le proprie competenze appena acquisite a beneficio dell’agenzia».
Oltre a Google, diventato immensamente potente, trasformandosi in un colosso che domina la comunicazione online, il commercio, la raccolta di informazioni, l’intrattenimento e altro ancora, MintPress ha rivelato inoltre anche i legami tra apparati dello Stato profondo con Twitter, che ha assunto dozzine di persone dall’FBI, con Facebook di Mark Zuckerberg, inondata di agenti della CIA, oltre a TikTok con appartenenti al mondo NATO. Nel 2016, The Google Transparency Project ha identificato almeno 258 esempi di “porta girevole” tra Google e vari rami e agenzie del governo federale, e viceversa.
Conclusione
In conclusione, vorremmo che ogni lettore approfondisse bene la questione poiché evidentemente dirimente nel ventunesimo secolo, fatto di interconnessione digitale perenne e di una sempre minor demarcazione tra reale e iperreale. Non potendo, per ragioni di ampiezza e profondità del discorso, arrivare ad una conclusione stringata, vogliamo qui fornire tre consigli di lettura per cercare di avere una comprensione migliore del fenomeno generale legato alla network economy e la società che va delineandosi con essa, con le sue celate connessioni e conseguenze politiche e sociali di vasta portata. Uno dei tre consigli è il libro di Shoshana Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza (titolo originale, The Age of Surveillance Capitalism. The Fight for the Future at the New Frontier of Power). Gli altri due libri che qui vogliamo consigliare sono di Julian Assange: Internet è il nemico (titolo originale, Cyberpunk: freedom and the future of Internet); Quando Google ha incontrato Wikileaks (titolo originale, When Google Met WikiLeaks).