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L’era del controllo totale

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  • Categoria dell'articolo:Sociologia
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Ogni secondo di ogni giorno, i cittadini vengono spiati da una vasta rete di guardoni digitali, intercettatori elettronici e ficcanaso robotici. Veniamo ascoltati, guardati, tracciati, seguiti, mappati: è la nuova era dello spionaggio pubblico-privato, resa possibile da un esercito globale al servizio dei tecno-tiranni i quali tracciano i nostri movimenti, le nostre spese, fiutano i nostri pensieri, controllano le nostre azioni e relazioni. L’era che stiamo vivendo, caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti della tecnologia, porta con sé una grave minaccia per la natura umana. Un’architettura globale di sorveglianza, ubiqua e sempre in allerta, osserva e indirizza il nostro stesso comportamento per fare gli interessi di una strettissima cerchia di persone. Dalla compravendita dei nostri dati personali e dalle predizioni dei nostri futuri comportamenti, questa ristretta cerchia di super-ricchi trae un’enorme ricchezza e un immenso potere.

Il flusso dei dati che costantemente forniamo o che vengono estrapolati oppure estorti potrebbero farci finire nella lista dei cattivi del governo, indipendentemente dal fatto di aver fatto qualcosa di sbagliato o meno. I telefoni cellulari sono diventati di fatto delle spie che ci teniamo sempre in tasca. Le applicazioni all’interno del telefono offrono servizi ma ci “chiedono” in cambio dati preziosi: i nostri spostamenti, i nostri contatti, le nostre foto, per accedere alla telecamera e al microfono. Oltre a condurre un’azione di controllo sociale sulle nostre attività, sono utilizzati per farci avere pubblicità su misura in base ai nostri gusti e alle nostre ricerche. 

I software di riconoscimento facciale mirano a creare una società in cui ogni individuo che esce in pubblico viene registrato mentre svolge le sue attività quotidiane. Abbinata alle telecamere di sorveglianza che coprono il paese, la tecnologia di riconoscimento facciale consente al governo e ai suoi partner aziendali di identificare e tracciare i movimenti in tempo reale. Al contempo, per questioni di “sicurezza” e “comodità”, sempre più persone decidono di affidarsi a sistemi il cui accesso viene garantito solo tramite impronte digitali, scansioni dell’iride o impronte vocali.

I rapidi progressi nella sorveglianza comportamentale non solo consentono di monitorare e tracciare gli individui in base ai loro modelli di movimento o comportamento, incluso il riconoscimento dell’andatura, ovvero il modo in cui si cammina, ma hanno dato origine a interi settori che ruotano attorno alla previsione del comportamento basati su dati e modelli di sorveglianza. A loro volta, questi modelli rischiano di modificare i comportamenti di intere popolazioni, in una sorta di profezia auto-avverante. 

Con lo smartphone, i dispositivi GPS o gli account social che utilizziamo, o con le carte di pagamento che utilizziamo, stiamo aiutando le aziende a costruire un dossier per le loro controparti governative su chi conosciamo, cosa pensiamo, come spendiamo i nostri soldi e come spendiamo il nostro tempo. Tramite i social network, oltre alla componente commerciale con cui ci profilano e vendono i nostri dati, ogni cosa viene monitorata, estratta, elaborata e tabulata per formare un’immagine di chi sei e cosa fai, così da poter controllarti al meglio quando e se diventa necessario rimetterti al tuo posto. Non accontentandosi di spiare le persone online, ci sono tecnologie di sorveglianza per tracciare la rete sociale, delle persone: rubrica, chiamate telefoniche, messaggi di testo oppure e-mail. La sorveglianza dei consumatori, attraverso la quale le attività online e offline vengono tracciate e condivise con gli inserzionisti, è diventata un grande business. 

La sorveglianza viaggia anche su ruote. I lettori di targhe sono strumenti di sorveglianza di massa in grado di fotografare oltre 1.800 numeri di targa al minuto, scattare una foto di ogni numero di targa che passa e memorizzare la data, l’ora, quindi condividere i dati con le forze dell’ordine, centri di fusione e aziende private per tracciare gli spostamenti delle persone nelle loro auto. Le compagnie di assicurazione, in cambio di uno sconto sulla polizza, installano “scatole nere” all’interno dei veicoli con cui monitorano ogni dato utile per i propri interessi. 

L’ottenimento dei dati relativi al DNA completa questo quadro fosco. Non stiamo parlando soltanto delle tracce di DNA ottenute dagli organi di polizia durante le indagini ma, soprattutto, del DNA che le persone fornisco spontaneamente a società che su internet pubblicizzano il sequenziamento con lo scopo di far scoprire a chi lo cede le proprie origini, le proprie discendenze. Dietro questa massiccia operazione di marketing si cela però il faustiano progetto di aziende private e governi di ottenere ogni nostro genere di dato, financo quello più sottile, quello biologico. Accorpando tutti questi dati, persino quelli biologici, le aziende e i governi sono davvero in grado di sapere tutto su di noi e di offrirci ogni soluzione possibile che però va ad ingrassare le loro tasche o ponendoci nella scomoda posizione di essere in totale balia del controllo da parte delle autorità. 

Nella frammentazione totale della società in cui viviamo, una totalizzante presa si fa sempre più pressante sulla stessa società. Da una parte c’è la continua e smodata accumulazione di capitale di una cerchia di super-ricchi, dall’altra c’è l’accrescimento del controllo e del potere della della medesima cerchia e dei governi che partecipano a questa partnership pubblico-privata dell’assoggettamento totale, spesso neanche compreso dalla stessa popolazione oggetto-soggetto del sistema.