Aziendalizzazione e militarizzazione dell’istruzione

Il mercato capitalistico e la disciplina militare fanno da padrone oggigiorno e costituiscono la centralità del costrutto sociale entro cui la scuola è inquadrata e perciò assistiamo all’aziendalizzazione e alla militarizzazione dell’istruzione pubblica, come due compenti di uno stesso fenomeno sociale, come due facce di una medesima medaglia.

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Edificare una comunità sul deserto della crisi: la storia di Mondeggi Bene Comune

La storia di Mondeggi Bene Comune inizia tra il 2011 e il 2012. Allora, l’Italia era nel pieno dell’era Mario Monti e della sua volontà privatizzatrice, che aveva portato l’allora presidente del Consiglio a intraprendere una vasta alienazione dei beni pubblici dello Stato, con l’intenzione di fare cassa. Quella era, secondo il governo tecnico da lui guidato, la ricetta per fare calare la “sfiducia dei mercati” e il temutissimo spread, che aveva costretto alle dimissioni il suo predecessore, Silvio Berlusconi. La spoliazione dei beni comuni voluta da Mario Monti è stata osteggiata da moltissimi cittadini, che non intendevano svendere il patrimonio pubblico ai privati. Anche a Mondeggi, nella cittadina di Bagno a Ripoli, Firenze, un folto gruppo di persone si è opposto a una simile politica di privatizzazione.

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La funzione della repressione all’interno dell’ordine neoliberista

Con l’avvento dell’epoca moderna e dell’affermarsi del capitalismo come sistema economico dominante capace di plasmare i rapporti sociali e politici dei popoli, il povero è sempre stato visto con senso di disgusto e di colpevolizzazione della sua condizione. Nella società moderna, basata sulla produzione di valore attraverso lo sfruttamento del lavoro salariato, il povero, disoccupato, era colpevole della sua povertà e del suo disagio sociale, così come dei suoi vizi che lo mantenevano in tale situazione. Darwinismo sociale ed eugenetica hanno giustificato lo stato delle cose come un qualcosa che dipendesse da caratteristiche biologiche e/o sociali che permettevano solo ai “migliori”, a quelli “superiori”, di dominare la piramide sociale e di poter disporre delle masse in base al loro credo suprematista. Quest’ideologia non ha fatto altro che aumentare la colpevolizzazione di coloro che erano ritenuti “inferiori”, “indesiderati”, da dover espellere, controllare, reprime ed eliminare. Di pari passo, tutti questi soggetti, nel corso del tempo, comprendendo di volta in volta categorie diverse di persone, sono stati criminalizzati solo per il fatto di esistere. Oggigiorno, nell’epoca del neoliberismo, la criminalizzazione della povertà e del dissenso sono la prerogativa dello “Stato minimo”, spogliato di ogni sua funzione sociale e collettiva, dal welfare alle varie politiche sociali. Punire i poveri, punire coloro che sono posti ai margini della società, punire chi è costretto a fuggire, punire chi dissente.

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