Trump ha autorizzato lo smantellamento del Dipartimento dell’Istruzione

Il presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo con cui avvia lo smantellamento del Dipartimento dell’Istruzione. In questo modo, Trump sposta la gestione dell’istruzione dal livello federale a quello statale, con l’intenzione di «responsabilizzare genitori e comunità». L’ordine esecutivo, in preparazione da settimane, è in sintonia con quanto annunciato da Trump con il suo programma di governo, oltre che con il piano repubblicano denominato Project 2025. Trump ordinerà quindi al Segretario all’Istruzione, Linda McMahon, di prendere tutte le misure necessarie per preparare la chiusura del Dipartimento dell’Istruzione con il trasferimento della sua autorità agli Stati. L’ordine mira anche a garantire che, nel corso del processo, non vi siano interruzioni nell’erogazione di servizi, programmi e benefici per gli studenti.

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Ancora privatizzazioni: stavolta sono i sovranisti a farle. Intervista al prof. Alessandro Volpi

Il governo dei sovranisti guidato da Giorgia Meloni cede pezzi strategici dello Stato a società straniere, soprattutto ai fondi d'investimento statunitensi, continuando sulla scia ormai tracciata fin dagli anni Ottanta e che ciclicamente torna a battere. Per L'Indipendente ho intervistato il professor Alessandro Volpi, professore di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche all'Università di Pisa, ed espero di questioni economiche, la cui ultima pubblicazione è "I Padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia". Per questioni di spazio, sul nuovo mensile de L'Indipendente è stata pubblicata una versione ristretta dell'intervista. Questa è la versione integrale.

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Donald Trump non è il Presidente della pace che molti credono

Donald Trump non si è ancora insediato alla Casa Bianca e sta già mettendo tutti gli ingredienti del conflitto nella ricetta della sua nuova presidenza, tra minacce di sanzione, dazi e annessioni territoriali. Chi pensava che Trump fosse il Presidente della pace si sbagliava di grosso. Trump, come qualunque altro presidente degli Stati Uniti, di qualsiasi partito sia, è il capo di un impero e come tale si deve co portare. Specie adesso che gli USA sono in declino, la cui egemonia è messa in pericolo dall’emergere e l’affermarsi di nuove potenze globali, Cina su tutti. Dopo la minaccia di imporre dazi al Canada e al Messico, nell’ultima settimana Trump ha suggerito al Canada di diventare il 51° Stato degli USA; poi ha rivendicato la proprietà statunitense del Canale di Panama e dichiarato che la Groenlandia dovrebbe essere parte degli Stati Uniti. Recentemente ha chiesto ai Paesi della NATO di arrivare a spendere il 5% del proprio PIL per rafforzare l’alleanza, mentre prima l’asticella da lui posta era il 2%. Queste sparate di Donald Trump arrivano dopo aver annunciato di voler imporre dazi alla Cina così come alle merci europee, i di voler imporre sanzioni a tutti coloro che non si abbasseranno al volere statunitense, in continuità con quanto avvenuto negli ultimi vent’anni di strumenti sanzionatori utilizzati come armi economiche contro i Paesi restii alle strategie e gli interessi di Washington

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